“Ci sono situazioni nella malattia rappresentate dalla noia di guardare il mondo senza interesse. C’è sempre un vuoto nell’anima da arginare, nelle quale ci sentiamo dispersi smarriti e perplessi con incerte identità personali”.
(Gianni Celati).
Il Fondo Il Sasso nello Stagno, in collaborazione con la Bottega dell’Arte dell’IRCCS San Giovanni di Dio Fatebenefratelli, l’Associazione Artisti Bresciani, Il Comune di Brescia, la Provincia di Brescia, l’Associazione Ariele Psicoterapia e con il contributo non condizionante di Lundbeck SpA ha realizzato la duplice mostra “Tu non mi vedi. Arte, fotografia e cura della mente” in essere presso il Ma.Co.f in via Moretto 78 a Brescia (opere fotografiche) fino 15 maggio 2022 e presso la sede di AAB in vicolo delle Stelle 4 a Brescia (opere plastiche) fino al 4 maggio 2022.
Nelle due mostre sono esposte le opere realizzate dai partecipanti dei corsi attuati presso la Bottega dell’Arte dell’IRCCS San Giovanni di Dio Fatebenefratelli e presso la sede di Fondazione Sipec - Fondo Il sasso nello stagno. L’arte come strumento terapeutico conduce l’individuo all’incontro con la propria potenzialità creativa. La terapia artistica consente di esprimere una “funzione vitale curativa”, è un mezzo per dar voce agli esclusi e quindi anche strumento di inclusione sociale.
Con le loro opere gli artisti, affetti da disturbi psichiatrici, intendono creare un ponte con la cittadinanza. La terapeutica artistica facilita quindi occasioni di incontro, di conoscenza e di dialogo con persone, spesso per pregiudizi e stigma, ritenute “diverse” ed emarginate.
Il progetto è stato realizzato con gli ospiti delle comunità protette psichiatriche dell'IRCCS - Centro San Giovanni di Dio - Fatebenefratelli di Brescia e alcuni volontari.
Attraverso la tecnica del foro stenopeico si sono create le condizioni per un ascolto prolungato del mondo circostante e un lento ma efficace passaggio dal guardare al vedere, per accettare l'indefinito, lo sfumato, il mosso della fotografia ?.
Dallo scritto di uno dei partecipanti al progetto:
"... smantellare verità deliranti con l'obiettivo di avere il mondo in camera e con l'insoddisfazione di vedere solo ombre.
Sembra sempre che manchi qualcosa, non siamo neppure un vero equipaggio.
Eppure con l'ascolto e l'aiuto nella ricerca dell'immagine giusta, quel noi divenne insieme.
Poi è venuta la fiducia che non avevo: lo abbiamo fatto senza che avessimo speranza.
E anche se continueremo a tenerci addosso i nostri sbagli, stiamo arrivando all'indipendenza nell'esposizione"